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La storia di Ion Rimbu, nostro preparatore dei portieri – Dalla serie A moldava al Bozner FC!

Quando è all’opera, alla Volksbank Arena, lo si sente subito. E la sua voce è inconfondibile.

Il protagonista della nostra intervista è entrato da quest’anno a far parte della grande Famiglia del Bozner FC e quando è sul campo, come è normale a ciascun allenatore, usa molto la gestualità per farsi capire dai ragazzi che allena.

Nel suo caso è soprattutto il tono, i suoi continui stimoli vocali, a tenere sostenuto il ritmo della seduta di allenamento. Protesa a non perdere inutilmente neanche un minuto del tempo che ha a disposizione.

Stiamo parlando di Ion Rimbu, uno dei nuovi preparatori dei portieri in attività nel centro sportivo degli Orange. Lui, infatti, è uno dei due tecnici incaricati da Walter Insam in questo specifico ruolo, all’interno dell’Attività di Base del nostro Team. E si occupa delle annate che vanno dal 2012 al 2015. La sua collega, anche lei una new entry, è Soraya Caser. Che ha preso in carico i più piccini, le annate dal 2016 in giù.

Incontriamo Ion poco prima dell’allenamento del mercoledì.

Iniziando dalla parte anagrafica, ci rivela che le sue origini sono moldave, essendo nato il 3 ottobre del 1987 a Hincesti, nella comunità Sarata Galbena. È in Italia dal 2020 ed è felicemente sposato e padre di due figlie. Famiglia, della quale, va estremamente orgoglioso.

La sua carriera calcistica è davvero articolata. Andiamo con ordine.

“Posso dire di avere sempre giocato a calcio nella mia vita – ammette Ion -. Fino a 9 anni, in ogni squadretta dell’Fc Petrocub (il club della città natale di Hincesti, in cui ha trascorso tutta l’attività giovanile, nda) venivo impiegato in attacco, sulla fascia o al centro”.

Tu hai giocato però il resto della carriera in porta. Cosa è accaduto?

“Un giorno – ci racconta – tutto è cambiato. Quando il mio coach doveva trovare un sostituto al portiere titolare, che si era infortunato prima di un torneo internazionale a Kiev. Dove avremmo poi giocato anche contro i pari età dello Shakhtar Donetz, del Chernomorets e dell’Odessa. Lui chiese chi se la sarebbe sentita di giocare in porta. Ed io alzai la mano. Mi provarono nel nuovo ruolo in qualche allenamento e mi schierarono, visto che in porta mi sentivo a mio agio”.

Come andò quel torneo a Kiev?

“Vinsi il trofeo come miglior portiere! Direi bene!”.

Ion Rimbu decolla per caso nel ruolo di portiere. Senza lasciare indietro lo studio. Ma con la ferrea determinazione di raggiungere il massimo livello possibile nel mondo del calcio in Moldavia.

“Come tesserato dell’Fc Petrocub – ricorda – fin da giovanissimo la mia vita è stata divisa tra i libri di scuola e la porta. I ritmi erano molti intensi. Con i compagni più giovani, durante il liceo, vivevo in una foresteria. Facevamo due allenamenti al giorno. Uno quasi all’alba, l’altro alla sera. E tra i due frequentavamo le lezioni a scuola. Lo studio e lo sport hanno sempre avuto molta importanza nella mia vita. Dovevo portare a casa, ai miei genitori, sia i frutti raccolti a scuola che nello sport. E ci sono riuscito. Fino a conseguire la laurea, paragonabile a quella rilasciata dall’Isef in Italia”.

Di questo passo Rimbu entra nell’orbita della prima squadra ad Hincesti, dopo un periodo di “apprendistato” trascorso anche nelle giovanili a Chisinau, nella capitale moldava.

“Anche in questo caso il destino ha giocato in mio favore – rammenta Ion -. A causa dell’infortunio del portiere titolare, mi ritrovai a giocare in serie A. Avevo 18-19 anni. Nella mia partita d’esordio andammo in vantaggio per 2-0 alla fine del primo tempo. C’erano molte aspettative della società su quel match. Ed anche i miei compagni tenevano molto a vincerlo. Sentii molto il peso della responsabilità e l’emozione mi giocò un brutto scherzo. Nel secondo tempo venimmo rimontati e perdemmo a causa di un mio grave errore”.

Immagino sia stato un momento difficile per te?

“Moltissimo – dichiara Ion senza indugio – credimi, ripenso praticamente tutti i giorni a quella gara. E naturalmente al mio errore”.

Le esperienze, dice il saggio, aiutano a crescere. E nel caso di Ion Rimbu lo hanno sostenuto molto. In patria ha raccolto numeri importanti nella sua carriera agonistica. Guardando solo ai trasferimenti nel corso dei suoi ultimi dieci anni trascorsi in Moldavia, il nostro preparatore dei portieri è stato mandato a farsi le ossa dall’Fc Petrocub in vari club. Rilanciandosi definitivamente all’Fc Speranta e fare proprio ritorno ad Hincesti, per sbarcare una seconda volta nel massimo campionato moldavo.

“Sono tornato a giocare a casa per due anni. Poi sono passato allo Spicul Chiscareni nel 2017. In quella sessione di mercato invernale sono passato al Codru Lozova. Due squadre che lottavano per salire in Super Liga. Cosa che personalmente mi è riuscita nella stagione 2018/2019 con il trasferimento all’Fc Floresti”.

Ion Rimbu rivela infine, a chi vi scrive, la sua seconda vita calcistica. Quella trascorsa nel futsal. Attività che praticava inizialmente nelle pause della stagione agonistica “ad undici”. Ma che poi si è rivelata preziosa ed importante come la precedente, arrivando a difendere la porta della sua Nazionale anche nel cosiddetto “calcio da sala”.

“Ho messo insieme quattro presenze – ricorda Ion, con orgoglio – con la maglia del mio Paese. Contro Montenegro, Marocco, Lituania e Stati Uniti”.

Un’altra svolta importante nella sua vita è stato naturalmente il trasferimento a Bolzano. Dove tutta la famiglia si è felicemente ambientata quattro anni fa.

“La mia figlia più grande – ci rivela – ha già imparato a parlare sia in italiano che in tedesco. Ci siamo integrati bene. Neanche qui ho smesso di giocare a calcio. A undici o a cinque, è uguale. L’ultimo torneo di futsal l’ho vinto a Padova!”. (Ci mostra le immagini con la coppa, ed anche quella scattata in Nazionale, in Croazia. Foto che alleghiamo qui di seguito, nda).

Ci interessa naturalmente da vicino il capitolo relativo alla sua attività al Bozner FC. Quella di preparatore dei portieri. È lui stesso ad ammettere quanto sia focalizzato su questo nuovo ruolo, praticato con la passione e le aspettative di sempre, puntando il più in alto possibile. 

“Ho conosciuto Walter Insam al Ritten Sport, dove avevo iniziato, per la prima volta in Italia, ad allenare i portieri. Ne ho visti tanti di coordinatori nella mia carriera. Ma come Walter, davvero nessuno. Se sono qui al Bozner Fc è merito suo. Alla Volksbank Arena mi trovo bene. È un centro sportivo molto frequentato. Molto attivo”.

Come ti giudichi da allenatore?

“Direi che sono rimasto una persona che nel mondo del calcio ha le idee molto chiare sul proprio futuro – ammette Ion Rimbu -. Da allenatore sono molto esigente, seguo i miei allievi con tutta l’esperienza e la professionalità che ho acquisito a più livelli in Moldavia. Mi piace molto stimolare i ragazzi al lavoro. Insegnare i valori, i segreti del calcio”.

Il tuo sogno che vorresti realizzare vuoi condividerlo con noi?

“Il mio sogno è di allenare un giorno nei club professionistici. Tornare a respirare l’atmosfera che ho vissuto in Moldavia. Dove ho anche giocato nelle Coppe Europee, nei grandi stadi. Sono ancora molto giovane, sto bene qui al Bozner FC dove sono parte di una bella famiglia, ma vorrei anche impegnarmi nello studio, conseguire il patentino per allenare i professionisti. E se un giorno dovessi riuscire ad allenare in Italia, potrò dire di essere riuscito ad esaudire il mio desiderio”.

In bocca al lupo, Ion!